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La storia di Marzia

Perché il rifugio

Stanca di buttare energie in ambienti inquinati, cercavo un posto eticamente pulito, dove tutti gli sforzi e le energie fossero dirette esclusivamente al benessere animale, senza stress, competizione e senza che l'egoismo umano prendesse il sopravvento.

Volevo anche avvicinarmi ai cavalli, che mi mettevano soggezione con la loro mole e l'atteggiamento altero.

Una mia amica frequentava il rifugio del cavallo da tempo, e 6 anni fa sono andata a trovare Evelyne nel suo paradiso per la prima volta.

Quello che ho sentito la prima volta che ho spazzolato un cavallo è stato calore all'altezza del plesso solare, ho sentito l'inizio di una comunicazione in un linguaggio a me sconosciuto, e questa sensazione è andata in crescendo, man mano che il cavallo iniziava a fidarsi, iniziava a conoscermi. Ci vogliono tempo pazienza e costanza. Non si può spiegare, si deve provare.

Poi ci sono dei momenti speciali, come la prima volta che ho visto Acqui, 5 anni fa, il suo sguardo mentre camminava verso di me cercando coccole, o forse una carota. La forza e la dignità di un animale sfruttato fino all'osso. La dignità non sono riusciti a portargliela via.

È stato uno dei più grandi amori della mia vita.

I momenti speciali passati con lui e con animali ed umani al rifugio non si possono contare, sono troppi, lavoro ed obiettivi condivisi, discussioni a mente aperta con i miei simili, incontri a cuore aperto con gli animali.

Per me il rifugio è un appuntamento bisettimanale con la vita, ore per me stessa, per provare il lusso di essere me stessa.